Tutte le Opere

1884
Le Villi

Apri

Rappresentata per la prima volta il 31 maggio 1884 al Teatro dal Verme di Milano
Opera-ballo in due atti
Libretto di Ferdinando Fontana

La storia inizia in un villaggio della Foresta Nera, dove si celebra il fidanzamento tra Roberto e la figlia di Guglielmo Wulf, Anna.

Durante un viaggio a Magonza, Roberto viene sedotto da un’altra donna e dimentica Anna, che muore di dolore. 

Roberto fa ritorno nel villaggio per cercare il perdono di Anna, ma viene invece punito dalle Villi, creature magiche che ballano con i traditori d’amore fino alla morte.

Durante il loro macabro ballo, il fantasma di Anna compare davanti a Roberto e lo implora di ricordare le sue vecchie promesse e il tradimento.

Alla fine, le Villi svaniscono insieme al fantasma della povera donna, lasciando solo il rimorso e la tristezza nell’animo di Roberto.

Chiudi

1889
Edgar

Apri

Rappresentata per la prima volta il 21 aprile 1889 al Teatro alla Scala di Milano
Opera in quattro atti, successivamente ridotta in tre atti
Libretto di Ferdinando Fontana

Fiandre, 1302. Edgar, un giovane del villaggio, si innamora perdutamente di Tigrana, una zingara misteriosa, abbandonando la sua fidanzata Fidelia. Per difendere la gitana dalle critiche dei cittadini del villaggio, Edgar incendia la sua casa e fugge con lei, trasferendosi in un lussuoso castello.

Tuttavia, il giovane inizia presto a sentire la nostalgia della sua vecchia vita e di Fidelia.

Quando sente i rulli dei tamburi e le fanfare militari che annunciano l’arrivo di una schiera di soldati, decide di unirsi a loro per partecipare alla guerra.

Dopo la battaglia, l’esercito fiammingo emerge vittorioso ma Edgar, tra i caduti, viene sepolto con tutti gli onori militari. Durante il suo funerale, un misterioso frate parla di tutte le colpe dell’uomo, ma Fidelia, ancora innamorata di Edgar, lo difende.

Tigrana, giunta troppo tardi per le esequie, si allea con il frate per vendicarsi di Edgar, dichiarando che quest’ultimo aveva intenzione di tradire la patria. Quando i soldati tentano di profanare il cadavere, il frate si spoglia del saio, rivelando di essere lui Edgar.

Fidelia, colma di felicità, cerca di abbracciare il suo amato ma viene fermata da Tigrana, che la pugnala mortalmente di fronte agli occhi disperati di Edgar.

Chiudi

1893
Manon Lescaut

Apri

Rappresentata per la prima volta il 1 febbraio 1893 al Teatro Regio di Torino
Opera in quattro atti
Libretto di Luigi Illica, Marco Praga e Domenico Oliva

L’opera narra la storia di Manon Lescaut, una ragazza destinata alla vita in convento, che incontra il giovane studente Des Grieux e si innamora di lui. Decidono di fuggire insieme ma vengono inseguiti da Geronte, un vecchio banchiere ricco, che, con l’aiuto del fratello di Manon, cerca di rapire la ragazza e farla sua.

Nonostante ciò, i due innamorati riescono a scappare, ma la loro felicità dura poco poiché la fanciulla si annoia immediatamente dello stile di vita modesto che sta conducendo con lo studente.

Manon torna sui suoi passi e diventa l’amante di Geronte, anche se sente sempre più la nostalgia per Des Grieux, il quale la raggiunge segretamente nel palazzo del banchiere.
Quando i due vengono scoperti insieme, Manon viene arrestata e deportata in America. Des Grieux la segue e si imbarca sulla stessa nave, ma il loro ultimo viaggio insieme sarà fatale per Manon.

Sfinita dalla fatica della fuga nella landa americana, Manon cade al suolo e muore tra le braccia del suo amato.

Chiudi

1896
La Bohème

Apri

Rappresentata per la prima volta il 01 febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino
Opera in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

Un gruppo di artisti esplora la vita nella Parigi del 1830, affrontando i temi dell’amore frivolo e della morte.

Quadro I:

Parigi 1830. Un gruppo di giovani ragazzi bohémien vive una vita spensierata e priva di preoccupazioni.La storia ha inizio sui tetti innevati della città, dove Marcello e Rodolfo condividono una soffitta come coinquilini. Qui incontrano Mimì, la loro giovane vicina che bussa alla porta per chiedere una candela. L’incontro tra la giovane e Rodolfo segna l’inizio di un nuovo sentimento che diventa sempre più intenso nel corso dell’opera. 

Quadro II:

Rodolfo e Mimì si ritrovano con il gruppo di bohémien al caffè Momus, dove incontrano anche Musetta, un vecchio amore di Marcello, in compagnia del ricco Alcindoro. Musetta fa di tutto per attirare l’attenzione di Marcello, facendo finta di avere un dolore al piede per colpa di una scarpa. Marcello cede alle avances e si riconcilia con Musetta. Il gruppo sa di non riuscire a pagare il conto, quindi scappano lasciando tutto sul conto di Alcindoro, che nel frattempo aveva comprato delle scarpe nuove per Musetta.

Quadro III:

La neve ormai ricopre l’intera Parigi. Mimì, delusa dalla relazione con Rodolfo, si confida con Marcello, anche lui scontento della storia d’amore con Musetta.Mimì a questo punto è gravemente malata e Rodolfo capisce che la vita nella soffitta potrebbe pregiudicare la salute dell’amata. I due attenderanno la primavera per separarsi definitivamente, al contrario di Marcello e Musetta che si separano subito dopo una lite furiosa. 

Quadro IV:

Mimì peggiora e i suoi amici iniziano a vendere i loro beni per acquistare le medicine di cui ha bisogno. Nonostante i loro sforzi, Mimì muore dolcemente tra le braccia di Rodolfo nella soffitta dove si erano incontrati per la prima volta.

Chiudi

1900
Tosca

Apri

Rappresentata per la prima volta il 14 gennaio 1900 al Teatro dell’Opera di Roma
Opera lirica in tre atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

La vicenda si svolge a Roma durante la caduta della prima Repubblica Romana, con l’opposizione tra i sostenitori di Napoleone e la polizia dello Stato Pontificio.

Atto I:

Roma, Martedì 17 Giugno 1800. Cesare Angelotti, ex console della Repubblica e prigioniero politico, fugge da Castel Sant’Angelo alla ricerca di un rifugio nella Chiesa di Sant’Andrea Della Valle. Qui incontra il suo vecchio amico, il pittore Mario Cavaradossi, che sta dipingendo un quadro della Madonna tremendamente somigliante a una devota praticante della parrocchia, la Marchesa Attavanti, sorella di Angelotti.  Angelotti si nasconde quando sente entrare Floria Tosca, l’amante di Cavaradossi e famosa cantante. Quest’ultima insospettita dalle voci, mostra gelosia nei confronti di Mario, sentimento che si accentua quando nota la somiglianza tra il dipinto e la Marchesa. Quando Tosca se ne va, Angelotti esce dal suo nascondiglio e Mario gli offre un rifugio nella sua villa. Un colpo di cannone annuncia che la fuga di Angelotti è stata scoperta. Cavaradossi e Angelotti escono rapidamente dalla chiesa e raggiungono la villa di Mario. Quando Tosca arriva per avvertire Cavaradossi di una sua esibizione a Palazzo Farnese, si imbatte in Scarpia, il capo della polizia, che accentua i suoi timori riguardo l’infatuazione di Mario per la Marchesa Attavanti. Tosca, accecata dalla gelosia, si reca alla villa di Mario certa di trovarlo tra le braccia della Marchesa. Scarpia allora dà l’ordine a Spoletta di seguire la cantante al fine di catturare il fuggitivo e conquistare la bella Tosca.

Atto II:

Tosca sta cantando alla festa di Palazzo Farnese, mentre Scarpia sta cenando. L’arrivo di Spoletta annuncia la cattura di Cavaradossi, incolpato di comportamento sospetto. Scarpia chiama Tosca e la costringe ad ascoltare le urla di Cavaradossi durante il suo interrogatorio. La cantante, disperata, rivela il nascondiglio di Angelotti, facendo così rilasciare Cavaradossi. Il pittore però esulta e si prende gioco del capo della polizia quando scopre la vittoria di Napoleone a Marengo, il quale manda su tutte le furie Scarpia che lo condanna a morte per l’affronto. Nel frattempo Angelotti si toglie la vita per evitare di essere catturato. Scarpia mette Tosca davanti a una scelta difficile: solo acconsentendo a concedersi a lui può salvare il suo amato dalla pena estrema. Tosca accetta. Il capo della polizia propone quindi un patto alla cantante: eseguiranno una finta esecuzione di Cavaradossi e lei potrà fuggire insieme a Mario concedendogli un salvacondotto. Quando Scarpia prova ad avvicinarsi a Tosca, questa con disprezzo prende un coltello pugnalandolo a morte. Gli strappa il salvacondotto dalle mani e, presa dalla pietas, gli  posa un crocifisso sul petto.

Atto III:

È l’alba e Mario sta scrivendo una lettera d’addio a Tosca. Nel frattempo, la cantante viene condotta nella cella dove è rinchiuso il condannato. Una volta soli, gli spiega che ha ucciso Scarpia, il quale ha organizzato una finta fucilazione, promettendole un salvacondotto per la loro fuga. Implora quindi Mario di recitare bene la sua parte durante la fucilazione, facendo finta di essere stato colpito solo quando i soldati avranno sparato a salve. Tosca non sa che la messa in scena è in realtà un inganno di Scarpia per approfittare di lei. La fucilazione è reale. Dopo l’esecuzione, Mario cade a terra. La cantante scopre con orrore che è stato davvero ucciso.  Spoletta, intanto, trova il corpo inerte di Scarpia e ordina l’arresto immediato di Tosca. Quando gli uomini la raggiungono sul ponte per arrestarla, lei si getta nel Tevere invocando la giustizia divina.

Chiudi

1904
Madama Butterfly

Apri

Rappresentata per la prima volta il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano
Tragedia giapponese in tre atti (due atti nella prima versione)
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

Un tenente della marina americana spezza il cuore di una giovane geisha, abbandonandola dopo averla sposata.

Atto I:

Nagasaki, inizi del ‘900. Franklin Pinkerton è un tenente della Marina degli Stati Uniti che ha appena acquistato una casa nel paese del Sol Levante. È accompagnato da Goro, un intermediario matrimoniale e sta per sposare una giovane geisha di nome Cio-Cio-San secondo il rito giapponese. Il Console americano Sharpless vuole incontrare Pinkerton per rimproverarlo della sua filosofia del godere la vita senza riguardo per i sentimenti degli altri, ma poi brinda con il tenente per un futuro matrimonio con una donna americana.  Durante la cerimonia, Cio-Cio-San viene presentata insieme ai suoi parenti e mostra a Pinkerton alcuni oggetti che fanno parte della sua dote. La giovane confessa a Pinkerton di essersi convertita al cristianesimo, ma lo zio Bonzo interrompe il festeggiamento del matrimonio e maledice Cio-Cio-San per aver rinnegato la sua vera fede. Pinkerton riesce a confortarla e la porta dentro casa.

Atto II:

Dopo il loro matrimonio, Pinkerton parte per gli Stati Uniti promettendo alla giovane sposa di tornare in primavera, ma non mantiene la promessa. Tre anni dopo, Goro e il Console americano Sharpless portano una lettera di Pinkerton alla povera Cio-Cio-San, che ancora lo aspetta con ansia. Nella lettera sono scritte notizie sconvolgenti: Pinkerton si è risposato con una donna americana di nome Kate e sta per tornare a Nagasaki insieme a lei. Cio-Cio-San non accetta questa verità e rimane fedele al suo matrimonio, mostrando a Sharpless il figlio nato da quella relazione troppo breve. I tentativi di Goro di trovarle un nuovo marito falliscono, e anche quando le viene presentata l’opportunità di sposare il ricco Yamadori, la geisha rifiuta. Butterfly rimane fedele al tenente degli Stati Uniti. Il suono di un cannone annuncia l’arrivo di una nave nel porto. Cio-Cio-San è emozionata: Pinkerton è finalmente tornato per lei. Chiede quindi a Suzuki, la sua ancella, di aiutarla a preparare la casa per il suo sposo.

Atto III:

Butterfly attende per tutta la notte l’arrivo del suo amato. Al sorgere del sole viene persuasa da Suzuki a riposare, con la promessa di essere svegliata non appena il marito arriverà. Poco dopo, Pinkerton arriva davvero, accompagnato però dalla sua nuova moglie Kate e dal console. Il tenente parla con il console e viene a scoprire che Butterfly ha messo al mondo un figlio. Decide quindi di volerlo portare con sé negli Stati Uniti. Ma dopo aver parlato anche con Suzuki, questa gli racconta come la giovane geisha lo abbia aspettato fedelmente per tre lunghi anni, Pinkerton si allontana colmo di rimorso. Butterfly si sveglia e si dispera dopo aver scoperto le vere intenzioni di Pinkerton. Viene convinta, dolorosamente, ad affidare alla coppia americana suo figlio. Con il viso rigato dalle lacrime, benda il bambino e lo fa sedere con una piccola bandiera americana in mano, prende il coltello del padre con la scritta “Con onore muore chi non può vivere con onore” e compie il rituale dello jigai. Pinkerton si decide a chiedere perdono alla geisha per il dolore che le ha causato. Si precipita nella stanza, ma quello che vede è una scena straziante. Si inginocchia e scoppia in lacrime accanto al corpo senza vita di Cio-Cio-San.

Chiudi

1910
La Fanciulla del West

Apri

Rappresentata per la prima volta il 10 dicembre 1910 al Teatro Metropolitan Opera House di New York
Opera in tre atti
Libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini

La storia si svolge in una taverna chiamata “Polka”, gestita da Minnie in un campo di minatori in California. Tutti gli uomini sono innamorati di lei, incluso lo sceriffo Rance e il minatore Sonora, che si sfidano per conquistarla.

Arriva uno straniero nel saloon, chiamato Dick Johnson, il cui accesso alla taverna sarebbe proibito poiché è un forestiero.

Minnie però lo accoglie dichiarando di averlo già conosciuto in passato: è l’uomo di cui si era innamorata un tempo sul sentiero di Monterey. 

Mentre sono soli, Dick e Minnie si dichiarano amore e l’uomo viene invitato nella capanna della donna. 

La notte viene interrotta dall’arrivo di Rance e di altri uomini alla capanna, che rivelano la vera identità del forestiero: Johnson è il bandito Ramerrez a cui stavano dando tutti la caccia.

Minnie manda subito fuori di casa Johnson, che viene ferito sulla porta da un colpo d’arma da fuoco. La donna riporta in casa il bandito per soccorrerlo, nascondendolo in soffitta. Lo sceriffo però si accorge della sua presenza dal sangue che cola dal soffitto.

La donna lancia una sfida a Rance: una partita a poker, in palio c’è la vita di Johnson. 

Durante la partita, Minnie riesce a barare e a salvare la vita di Johnson. 

I minatori e Rance non si danno per vinti e vogliono catturare a tutti costi il bandito, riuscendo nell’intento. 

La donna chiede la liberazione di Johnson ricordando le tante vicissitudini che hanno unito tutti nel suo saloon. I minatori, commossi, perdonano Johnson e lo liberano. 

Chiudi

1917
La Rondine

Apri

Rappresentata per la prima volta il 27 marzo 1917 al Grand Théâtre de Monte Carlo
Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Adami

La protagonista dell’opera è Magda, una giovane donna che vive nella mondana Parigi del Secondo Impero. Nonostante la sua vita sembri agiata e superficiale, in realtà Magda è romantica e sogna un amore autentico.

Con l’aiuto di Prunier, un amico poeta, Magda decide di rompere con la monotonia della sua vita: si traveste da grisette e si reca in un locale notturno, dove incontra Ruggero, un giovane aristocratico che si trova per la prima volta a Parigi. Tra i due nasce immediatamente una passione sconvolgente, che li porta a fuggire insieme in Costa Azzurra.

Magda è tormentata dal rimorso per aver nascosto il suo passato di cortigiana a Ruggero e quando questi le chiede di sposarlo, si rende conto che non può essere la moglie che lui desidera. Così, dopo aver rivelato tutta la verità a Ruggero, Magda decide di separarsi da lui, nonostante la supplica del giovane di non abbandonarlo. Con grande dolore, Magda si allontana per sempre da Ruggero e dalla loro storia d’amore.

Chiudi

1918
Il Trittico: Il Tabarro

Apri

Rappresentata per la prima volta il 14 dicembre 1918 al Teatro Metropolitan Opera House di New York
Opera in un unico atto
Libretto di Giuseppe Adami

Il dramma si svolge nel 1910, sulla Senna, dove si trova il barcone da carico di Michele ancorato.
Sua moglie, Giorgetta, è una donna parigina più giovane di lui. Il loro matrimonio però sta naufragando: Michele infatti, sospetta che la moglie lo tradisca con un giovane scaricatore di nome Luigi. Il sospetto si rivela fondato, Giorgetta e Luigi si incontrano segretamente ogni sera.

Michele cerca di risvegliare la passione di Giorgetta ricordandole il loro passato felice insieme al figlio, ma lei lo respinge. 

L’uomo, accecato dalla rabbia, scopre l’identità dell’amante di sua moglie e medita vendetta.
Durante la notte, tende una trappola a Luigi, attirandolo sul barcone con un segnale luminoso.
Il poverino ci casca, convinto di trovare a bordo Giorgetta. Michele lo strangola e nasconde il suo cadavere dentro al suo tabarro. Quando la donna torna in coperta trova Michele che apre il tabarro, rivelando il cadavere dell’amante.

Chiudi

1918
Il Trittico: Suor Angelica

Apri

Rappresentata per la prima volta il 14 dicembre 1918 al Teatro Metropolitan Opera House di New York
Opera in un unico atto
Libretto di Giovacchino Forzano

Siena, fine del XVII secolo. La storia narra di Suor Angelica, una donna di nobili origini che, a causa di un peccato d’amore, è costretta a vivere in un monastero per scontare la sua colpa. Durante i suoi sette anni di vita monastica, è stata privata del suo bambino appena nato, frutto di un amore disdicevole.

Quando la zia principessa la visita, Angelica spera di ricevere il perdono che tanto desidera, ma invece le viene chiesto di rinunciare alla sua parte dell’eredità per finanziare la dote della sorella minore. Suor Angelica, tuttavia, è determinata a sapere del suo bambino e scopre con grande dolore, che il piccolo è morto da due anni.

Disperata, decide di unirsi al figlio nell’aldilà bevendo una pozione velenosa. Ma prima di morire, chiede un segno di grazia alla Vergine. La Madonna appare e le consegna il suo amato bambino, conducendo così la poveretta alla pace eterna.

Chiudi

1918
Il Trittico: Gianni Schicchi

Apri

Rappresentata per la prima volta il 14 dicembre 1918 al Teatro Metropolitan Opera House di New York
Opera in un unico atto
Libretto di Giovacchino Forzano

Firenze, 1299. Buoso Donati è trapassato e i suoi parenti sono raccolti in preghiera accanto al suo feretro. Ma quando scoprono che tutto il suo patrimonio è destinato ai frati, Rinuccio e la sua fidanzata Lauretta si rivolgono a Gianni Schicchi, il padre di lei, per eludere le disposizioni testamentarie. Quando Gianni arriva nella casa dei Donati, è mal visto a causa delle sue origini plebee, ma accetta di rimanere su richiesta di Lauretta.

Poiché il notaio non è ancora a conoscenza della morte di Buoso, Gianni si nasconde sotto il letto del defunto, camuffando la sua voce e recitando per lui le sue ultime volontà. Dettando il testamento, il finto Buoso dichiara di lasciare i beni più preziosi del patrimonio a “Gianni Schicchi”, suo carissimo amico, scacciando così i parenti Donati dalla casa ora di sua proprietà. Lauretta ora non è più di famiglia plebea e Gianni osserva i due amanti felici, cercando di giustificare la sua furbizia come un gesto fatto per il bene della giovane coppia.

Chiudi

1926
Turandot

Apri

Rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri
Compositori Giacomo Puccini e Franco Alfano
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni

La spietata principessa Turandot si abbandona ai sentimenti dell’amore per un giovane principe sconosciuto.

Atto I:

Viene annunciato l’editto dal mandarino: Turandot, figlia dell’Imperatore, sposerà chi è in grado di risolvere tre difficili indovinelli proposti da lei stessa. Il principe di Persia non è riuscito nella prova e deve essere giustiziato non appena sorge la luna. Nel frattempo, in mezzo alla confusione della folla impaziente per l’imminente esecuzione, il giovane Calaf incontra il vecchio padre Timur, Re tartaro spodestato che si trova lì insieme alla sua devota schiava Liù, che si innamora perdutamente del figlio dell’anziano. Mentre la folla chiede la grazia per il principe persiano, Turandot ordina al boia di giustiziarlo. Proprio in questo momento Calaf viene folgorato dalla regale bellezza della Principessa e preso da un impeto d’amore decide di tentare la sorte e di risolvere i tre enigmi. Nonostante gli sforzi dei tre ministri del regno, Ping Pong e Pang, per fermarlo, Calaf suona il gong pronunciando il nome della perfida Turandot e accettando la sfida.

Atto II:

La scena si svolge di notte. I tre ministri del regno, Ping, Pong e Pang, si lamentano delle continue esecuzioni delle vittime di Turandot. Nel piazzale della reggia tutto è pronto per la sfida degli enigmi. Sulla scena sono presenti: l’imperatore, il popolo, i sapienti, Liù, Timur, il principe misterioso Calaf e Turandot. L’imperatore cerca di convincere Calaf ad arrendersi, ma lui rifiuta e inizia ugualmente la prova. Turandot spiega la motivazione dietro il suo comportamento: in passato, il suo regno è stato conquistato dai tartari e una sua antenata è finita nelle mani di uno di loro. Calaf però riesce a risolvere tutti gli enigmi e la principessa si dispera. L’imperatore deve rispettare la sua parola e consegnare Turandot al principe ignoto. Tuttavia, Calaf propone una nuova sfida a Turandot: se entro l’alba riuscirà a scoprire il suo nome, le regalerà la sua vita. Il patto è accettato e l’inno imperiale risuona in modo solenne.

Atto III:

Viene annunciato dagli araldi l’ordine della principessa che nessuno deve dormire finché il nome del principe ignoto non viene scoperto. Anche Calaf è sveglio e sogna di vincere e di conquistare la gelida Turandot. Liù e Timur vengono convocati davanti a Turandot, per rivelare il nome misterioso. Liù, per proteggere il vecchio Timur, ammette di essere l’unica a conoscere la vera identità del principe, ma di non volerlo svelare. La giovane schiava viene torturata ma continua a tacere, è l’amore che le dà la forza di resistere. Liù, non potendo più nascondere il nome, si uccide con un pugnale che strappa da una guardia. Il corpo senza vita viene portato via da un corteo funebre. Quando Turandot e Calaf restano soli, lui la bacia. Turandot ammette di essere attratta dal principe, anche se inizialmente era intimorita da lui.  Essendo molto orgogliosa lo supplica di non umiliarla, Calaf quindi le rivela che il suo nome è: Calaf, figlio di Timur, donandole la sua vita. Il giorno dopo, davanti al palazzo reale, Turandot dichiara pubblicamente che il vero nome del principe ignoto è “Amore”. La principessa, ora innamorata, si abbandona tra le braccia di Calaf e la folla esulta.

Chiudi