MADAMA BUTTERFLY

Rappresentata per la prima volta il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano
Tragedia giapponese in tre atti (due atti nella prima versione)
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

Locandina dell'opera Madama Butterfly a colori. Ritrae una geisha di spalle mentre guarda verso l'esterno, come se fosse in attesa di qualcuno. Sullo sfondo, è esplosa la fioritura dei ciliegi.

La trama

Nel 1904 Puccini presenta “Madama Butterfly”, un’opera che esplora l’intimità dell’anima di una giovane donna innamorata. La trama è ambientata in un Giappone dai tratti liberty e decorazioni esotiche. La musica include l’uso di strumenti come gong, campane, arpe e legni, con citazioni frequenti a veri e propri canti giapponesi. Il personaggio di Cio-Cio-San è uno tra i più vividi delle opere di Puccini e subisce una trasformazione profonda durante il corso della storia, mostrando una serie di sfumature emotive che vanno dall’amore alla profonda delusione.

Puccini, scoraggiato dalle critiche del pubblico riguardo alla lunghezza eccessiva dell’opera, ha reso “Madama Butterfly” un successo mondiale rimaneggiando la versione rappresentata a febbraio.

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“Un bel dì vedremo” dall’Atto 2

Soprano Rosina Storchio nei panni di Cio-Cio-San, mentre indossa un kimono con decorazioni floreali e orientaleggianti.
Rosina Storchio in Madama Butterfly.

ATTO I

Nagasaki, inizi del ‘900. Franklin Pinkerton è un tenente della Marina degli Stati Uniti che ha appena acquistato una casa nel paese del Sol Levante. È accompagnato da Goro, un intermediario matrimoniale e sta per sposare una giovane geisha di nome Cio-Cio-San secondo il rito giapponese.

Il Console americano Sharpless vuole incontrare Pinkerton per rimproverarlo della sua filosofia del godere la vita senza riguardo per i sentimenti degli altri, ma poi brinda con il tenente per un futuro matrimonio con una donna americana. 

Durante la cerimonia, Cio-Cio-San viene presentata insieme ai suoi parenti e mostra a Pinkerton alcuni oggetti che fanno parte della sua dote. La giovane confessa a Pinkerton di essersi convertita al cristianesimo, ma lo zio Bonzo interrompe il festeggiamento del matrimonio e maledice Cio-Cio-San per aver rinnegato la sua vera fede. Pinkerton riesce a confortarla e la porta dentro casa.

ATTO II

Dopo il loro matrimonio, Pinkerton parte per gli Stati Uniti promettendo alla giovane sposa di tornare in primavera, ma non mantiene la promessa. 

Tre anni dopo, Goro e il Console americano Sharpless portano una lettera di Pinkerton alla povera Cio-Cio-San, che ancora lo aspetta con ansia. Nella lettera sono scritte notizie sconvolgenti: Pinkerton si è risposato con una donna americana di nome Kate e sta per tornare a Nagasaki insieme a lei. Cio-Cio-San non accetta questa verità e rimane fedele al suo matrimonio, mostrando a Sharpless il figlio nato da quella relazione troppo breve. I tentativi di Goro di trovarle un nuovo marito falliscono, e anche quando le viene presentata l’opportunità di sposare il ricco Yamadori, la geisha rifiuta. Butterfly rimane fedele al tenente degli Stati Uniti.

Il suono di un cannone annuncia l’arrivo di una nave nel porto. Cio-Cio-San è emozionata: Pinkerton è finalmente tornato per lei. Chiede quindi a Suzuki, la sua ancella, di aiutarla a preparare la casa per il suo sposo.

ATTO III

Butterfly attende per tutta la notte l’arrivo del suo amato. Al sorgere del sole viene persuasa da Suzuki a riposare, con la promessa di essere svegliata non appena il marito arriverà. Poco dopo, Pinkerton arriva davvero, accompagnato però dalla sua nuova moglie Kate e dal console. 

Il tenente parla con il console e viene a scoprire che Butterfly ha messo al mondo un figlio.  

Decide quindi di volerlo portare con sé negli Stati Uniti. Ma dopo aver parlato anche con Suzuki, questa gli racconta come la giovane geisha lo abbia aspettato fedelmente per tre lunghi anni, Pinkerton si allontana colmo di rimorso.

Butterfly si sveglia e si dispera dopo aver scoperto le vere intenzioni di Pinkerton. Viene convinta, dolorosamente, ad affidare alla coppia americana suo figlio.

Con il viso rigato dalle lacrime, benda il bambino e lo fa sedere con una piccola bandiera americana in mano, prende il coltello del padre con la scritta “Con onore muore chi non può vivere con onore” e compie il rituale dello jigai.

Pinkerton si decide a chiedere perdono alla geisha per il dolore che le ha causato. Si precipita nella stanza, ma quello che vede è una scena straziante. Si inginocchia e scoppia in lacrime accanto al corpo senza vita di Cio-Cio-San.

Le opere